venerdì 30 giugno 2017

La prima volta di Guzel' Jachina

1. “Zuleika apre gli occhi”, G. Jachina, Salani Editore, traduzione di Claudia Zonghetti, 2016, euro 18.90
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Эксклюзивное интервью в Академии Бреры о романе Зулейха открывает глаза

2. Il primo colpo di fortuna in occasione di questa intervista, è stata la presenza dell’autrice tatara Guzel’ Jachina in Italia, per l’esattezza a Milano in occasione de La Milanesiana 2017 , lei che solitamente vive fra Kazan’ e Mosca. Il secondo colpo di fortuna è dato dalla sua editor, quell’altrettanto famigerata Elena Kostioukovitch, autrice di successo, traduttrice dall’italiano al russo di 12 titoli di Umberto Eco, di Ariosto e Manzoni, etc… Lei che fra migliaia di manoscritti ha individuato questo di cui parliamo oggi.
Ma veniamo a noi: la narrazione è in terza persona, la struttura è pressoché lineare (a eccezione di qualche analessi - inevitabile, vista la mole dell'opera -costruita in maniera perfetta), i personaggi sono migliaia, ma tutti ben introdotti e delineati di modo che, quando li incontra di nuovo, il lettore non sta lì a chiedersi di volta in volta chi sia l'uno e chi l'altro.
Zulejka la “gallina scema” apre gli occhi nel primo capitolo dal titolo “Un giorno”, sicché viene fuori che… "Un giorno Zulejka apre gli occhi...", un giorno come tanti o forse no, ma tanto basta ad avere l’impressione di assistere alla creazione divina di questa donnina minuscola e brutta, a cui tocca in sorte un destino avventuroso, come se non fossero sufficienti un marito come Murtaza (quel "brav’uomo" di Murtaza) che la bastona, la possiede con violenza, ma che l’ama, e una suocera come la “Vampira”, il cui soprannome dice già tutto.
Le prime cento pagine sono quasi un'introduzione a quanto sta per accadere, sono d'attesa, perché si capisce che tutti quei lamenti e cigolii, quegli spiritelli e quei sogni premonitori preludono qualcosa di più grande. E così Zuleika riaprirà gli occhi per la seconda volta, ancora circondata solo dal buio, ma per rinascere a vita nuova… e poi una terza volta... Deportata dai soldati del comandante-gentiluomo Ignatov, Zuleika comincerà un lungo viaggio. Se ci sarà ritorno (e che ritorno) lo scoprirete da soli.
Questa intervista è la mia prima esterna per il blog, per cui mi scuso in anticipo per i difetti derivati dall'inesperienza. Ecco cosa ci siamo detti con l'autrice e la sua editor all'orto botanico di Brera in Milano.

Un grazie particolare va all'Accademia delle Belle Arti di Brera.



- Il mio consiglio una lettura ideale per l'estate, per tutti coloro che vogliono indagare le ragioni del cuore nel pieno rispetto del classico romanzo russo, ma vuole anche scoprire un Paese di cui sappiamo ancora molto poco.
- Toni sotto: *
- Toni sopra: ****
- Alcuni estratti già ricopiati sul mio diario: a) "A qualcuno toccava solo un pizzico di vita come alle sue figlie, ad altri una manciata, altri ancora ne ricevevano con generosità, a sacchi, a granai interi come sua suocera. Ma la  morte aspetta tutti quanti, nascosta dentro a ognuno o appaiata al suo fianco; si strofina alle gambe come un gatto, si posa sui vestiti come la polvere, si infila nei polmoni come l'aria"; b) "I nostri sensi sono fatti per accendersi. E se non si accendono più, che ragione c'è di tenersi i carboni freddi?"; c) "Dalla cime del colle la vallata che si apre alle pendici sembra una gigantesca tovaglia bianca su cui la mano dell'Onnipotente ha cucito le perline degli alberi e i nastri delle strade. La carovana dei kulak deportati si staglia come un filo sottile di seta contro l'orizzonte, su cui ormai incombe il trionfo di un sole scarlatto appena sorto".


3. Guzel’ Jachina è una quarantenne minuta e carina, dal sorriso gentile. L'occhio vispo emana tutta la sua forza. Una donna sorprendente, dalle mille risorse, pronta a difendere a spada tratta il suo Paese. Evita di parlare di politica. Il cinema e la letteratura sono il suo mondo.