domenica 1 ottobre 2017

Alexander Genis: 100 anni dopo la Rivoluzione d'Ottobre

Alexander Genis è uno scrittore nato nella Lettonia sovietica ed emigrato negli Stati Uniti nel 1977. Collaboratore del principale quotidiano liberale russo "Novaja Gazeta", critico culturale e conduttore radiofonico di Radio Svaboda (Radio Libertà), Radio Free Europe, Radio Liberty.
Ho inseguito Genis per mesi, spesso abbiamo avuto problemi di collegamento e mi spiace che, anche quando finalmente siamo riusciti a registrare questa video-intervista, la linea ha reso difficoltoso l'audio in entrata.
Genis è un uomo di una pazienza infinita, disponibile, e la letteratura occupa il suo cuore. Ha scritto più di una dozzina di libri che sono bestseller non-fiction in Russia, nonostante lui sia oggi residente in New Jersey. Ricordo il ciclo che rende su carta la sua propria vita, come ha ammesso lui stesso: “Kamasutra Knižnika”, AST 2013 (“The reading Lessons. Kamasutra scribe"); "Obratnyj Adres", AST 2016 (letteralmente "Indirizzo di ritorno");  "Kartinki s vystavki" (letteralmente "Quadri d'esposizione").  
E speriamo che presto qualcuno deciderà di tradurli anche in Italia.

Altri titoli di A. Genis
Red bread ; Knit; Darkness and Stillness; 6 Fingers; Candy Wrappers; Ginger-man ; The Tower of Babel ; Dovlatov and his Environs; Ivan Petrovich is dead; Ticket to China; A Particular Case; Portrait of the Poet: 1978–1996 : Joseph Brodsky; Kосмополит. Географические фантазии (Cosmopolita. Fantasie geografiche)

Genis è citato spesso nei lavori di docenti italiani che sono dedicati alla storia e alla critica della letteratura russa, come nell'opera di Mauro Martini, coautore del volume "Russian Postmodernism: New Perspectives on Post-Sovietic Culture" insieme a Mikhail N. Epstein e Slobodanka Vladiv-Gloverc).
Se nel frattempo volete leggere la traduzione di qualche articolo di Genis, potete cliccare sul link del sito RBTH qui
In occasione del centenario della Rivoluzione d'Ottobre, con Alexander Genis ho chiacchierato del suo lavoro di scrittore e della letteratura russa contemporanea, con qualche accenno a Vladimir Sorokin






Ancora, di seguito il mio consiglio di lettura in occasione dell'anniversario della Rivoluzione d'Ottobre: Evgenij Zamjatin, scrittore anti-utopico, anticipatore di Huxley e Orwell, "profeta" russo. Titolo: "A casa del diavolo", MUP, 2012, trad. Raffaello Fontanella, euro 13,00.
Per maggiori info clicca qui.


Tutti gli indizi portano a credere che Evgenij Ivanovič Zamjatin sia stato uno di quei tipi che non te le manda a dire.
È famoso l’episodio di quando, ancora un bambino debole e fiacco, decise di irrobustirsi nascondendo ai genitori il morso di un cane idrofobo, in modo da poter notare con calma ciò che avrebbe provato nel periodo d'incubazione dell'infezione.  
Ultimati gli studi in Finlandia, Zamjatin si affermò come ingegnere navale. Era tenuto in gran conto, tanto che nel 1916 il governo zarista lo spedì a Newcastle upon Tyne per supervisionare la costruzione di una delle rompighiaccio russe più potenti.
Ne consegue che fosse un tipo abituato a pianificare e a programmare, insomma a guardare avanti, a ragionare in termini di strategie e, in quanto surveyor appunto, a controllare anche il lavoro altrui, di cui era responsabile.
E poi scriveva.
Il soggiorno in Inghilterra, per esempio, si riversò tutto nel racconto “Gli isolani” (Ostrovitjane) scritto nel 1917; nel racconto “Il pescatore di uomini” (Lovec čelovekov) scritto fra il 1917 e 1918, e nell’adattamento teatrale de Gli isolani” dal titolo “La società degli onorevoli campanari” (Obšestvo Početnych Zvonarej) scritto nel 1924.
Zamjatin, che si era unito ai bolscevichi quand’era ancora uno studente, a San Pietroburgo, rientrò dall’Inghilterra nel 1917, a rivoluzione fatta, probabilmente tutto proteso in avanti alla maniera di un bompresso e con la stessa agitazione nel petto che già nel 1905 lo aveva spinto a prendere parte alla rivoluzione di gennaio, per cui era stato arrestato e, quindi, esiliato, mentre V. I. Lenin scriveva per il numero 12 della rivista “Vita Nuova” (Novaja Žizn’ , pp. 99-105) l’articolo dal titolo “Organizzazione di partito e letteratura di partito” (Partijnaja organizacija i partjnaja literatura): «Il partito è un’associazione di volontariato […] Ognuno è libero di scrivere e di dire quello che vuole, senza alcuna restrizione. Ma anche ogni associazione di volontariato […] è libera di espellere i membri che ne usano il nome per sostenere punti di vista anti-partito. Libertà di parola e di stampa devono essere totali. Ma anche la libertà di associazione lo deve essere. […] E allora al lavoro, compagni! Abbiamo davanti a noi un compito nuovo e difficoltoso, ma bello e gratificante – organizzare una letteratura ampia, versatile, varia che sia in stretta e inscindibile relazione con il movimento social-democratico. Tutta la letteratura socialdemocratica dovrebbe diventare di partito. Tutti i giornali, le riviste, le case editrici, e così via. […] Solo allora la letteratura “socialdemocratica” sarà tale» e così via.
"A casa del diavolo" è solo uno dei lavori di questo autore in risposta all'idea di letteratura che il regime sovietico voleva imporre ai suoi scrittori.