giovedì 11 ottobre 2018

Serie Blurb: Viaggio (d)istruzione con Mauro Francesco Minervino

1. Stradario di uno spaesato”, Mauro Francesco Minervino, Melville Edizioni, 2016, euro 17,50
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2. Questa volta posso rinviarvi solo al link Fb della casa editrice. Questo a testimonianza del fatto che le realtà editoriali sono molteplici e inattese. Melville Edizioni ha solo tre anni, ma le idee chiare: “Mentre il mondo corre in una direzione […] noi vogliamo orientare la nostra prua ‘in direzione ostinata e contraria’ […] in cerca di quei lettori che ancora credono che la bellezza e l’intelligenza possano salvarci. 
La collana Passaggi” di Melville è dedicata alla letteratura di viaggio ed è diretta dallo stesso Mauro Francesco Minervino.
Secondo me, all'opera sarebbe calzato benissimo il titolo “Stra-diario di uno spaesato”. Finzione? Più facile credere che sia in buona parte realtà. Chi lo sa.
La narrazione è tutta in prima persona, la struttura non è lineare, e il titolo insieme ai tre eserghi danno una calibratura dello spirito imperante: “Spaesato” – appunto - e ancora “perdita”, “fantasma”, e “non più riconoscibile”, e “disgustato”, “niente”...

Non ci sono capitoli veri e propri, ma una successione di paragrafi non numerati, il che rende molto bene la sensazione di smarrimento travolgente. Appena iniziata la navigazione fra le pagine vi rendete conto che il mare resterà agitato a lungo; che vi aspetta una tempesta devastante, perché a volte è così che si sente chi ama la propria terra, ma la vede umiliata e offesa. E allora - “nostalgia”, “tristezza”, “inghiottimento”. Il cielo è spesso nero e il mare buio. Questo è un viaggio di (d)istruzione triste e di ricostruzione ancora un minimo fiduciosa.
La luce filtra per lo più dai ricordi della fanciullezza – il papà marinaio e ferroviere, la nonna che parla alla luna, i compagni di scuola e d'avventura, le amanti e i lupi di Arca, le impressioni giunte fino a noi grazie ai diari dei protagonisti del Grand Tour come Gissing, o di autori che hanno amato la Calabria, come Berto…
Oppure arriva, la luce, quando l’autore ci porta a fare un giro dalle parti di Capobello e Limoneto, dove il mare finalmente “scivola sonnolento nella luce bassa e rilucente del meriggio” e gli scorci sono così belli, “avanzi lussuosi di un mondo lontano”.
Stradario di uno spaesato” è proprio una "cosa bella, magari difficile" ma bella; ti entra dentro abbastanza da avere la sensazione di esserci, o di esserci stato, un déjà vu, a tratti quasi dà l'idea di averle scritte tu quelle parole.

- Il mio consiglio : leggetelo soprattutto se siete amanti dei viaggi, se amate la vostra terra e volete ancora indignarvi per salvarla.
- Toni sotto: *
- Toni sopra: ***
- Alcuni estratti già ricopiati sul mio diario: a) "Si nasce dove si nasce, ma la cosa non è mai priva di conseguenze. Non fosse altro per il fatto che ogni luogo ti mette vicino o lontano a qualcosa che cerchi per tutta la vita"; b) "È  la gente che trasforma e fa tristi i luoghi”; c) “È davanti all’azzurro del cielo capovolto che da ragazzo ho fatto la mia unica promessa della vita, il mio voto di vastità”; d) “Quando stai sempre in giro e fai strade come quelle che faccio io impari certe cose: che la luce qualche volta è dentro al tunnel e che quando arrivi fuori, ad aspettarti c’è solo il buio di una notte che passa prima solo se acceleri e vai via veloce".


3. Mauro Francesco Minervino è un viaggiatore nato. Cordiale, disponibile, ha proprio un bel sorriso e vorremmo vederlo più spesso; il sorriso di un uomo che sa quanto brucia il sacro fuoco della passione.