martedì 23 maggio 2017

Delfina Vezzoli racconta (in modo quasi classico) De Lillo & Brodkey, ma non solo.


Non tutti i lettori colgono il lavoro duro e certosino che si nasconde dietro una traduzione ben fatta.
E' per questo che ho ritenuto d'obbligo una chiacchierata con una delle maggiori esponenti del settore.

***

- Senti Sims, perché non te ne vai a casa? La musica non ti piace. Non voglio che tu ti senta obbligato.
- La musica va bene. E' musica.
- Non devi sentirti obbligato a portarmi in giro. Torna a casa. Io resto ancora un po', poi prendo un taxi.
[...]
- Dico sul serio torna a casa. Io sto bene. Questi ragazzi mi piacciono. E' roba tosta.
- E' musica nera.
- E' jazz tosto a ruota libera.
- E' musica nera. Ti piace per il motivo per cui vuoi che ti piaccia. Almeno per me è così.

***

Questo è un dialogo tratto dal Capitolo Terzo della III Parte di Underworld di Don De Lillo, tradotto da Delfina Vezzoli. Un capitolo analizzato durante un'intervento dello scrittore Davide Mosca presso La Libreria Volante di Lecco (non li ringrazierò mai abbastanza!).
Un capitolo che è un racconto sul jazz, scritto al ritmo di jazz.
Underworld è uno dei tanti romanzi tradotti dalla dott.ssa Vezzoli che ha un'aderenza contenuto-forma praticamente perfetta. Il testo ripropone un abbozzo di sinfonia. In esso De Lillo non descrivere qualcosa com'è, ma ci racconta come non è, rendendo lo stesso senso di discontinuità che percepiremmo ascoltando un cd jazz.
Niente è dato per scontato e tutto, schemi metrici e molte altre tecniche narrative, davvero tutto insomma è stato reso dalla traduttrice con la massima fedeltà.

Potrei ascoltare Delfina Vezzoli per ore.

Editor presso Bompiani per la narrativa anglo-americana, premio Zanichelli 2015 alle Giornate della traduzione letteraria di Urbino, traduttrice per vocazione, ha dato voce ai grandi della Beat Generation al Festival Internazionale dei Poeti, ci ha regalato l'opera intera di Anais Nin, si è battuta per la traduzione di Robert Pirsig scomparso da poco ("Lo zen e l’arte della manutenzione della motocicletta"). Anche la versione italiana di "Ballo di famiglia" e "Matematico indiano" di David Leavitt sono opera di questa donna straordinaria. E ancora Harold Brodkey ("Storie in un modo quasi classico", "Questo buio feroce"), e Don DeLillo (Underworld) appunto, e Kurt Vonnegut (Ghiaccio Nove).

L’idea che mi sono fatto di Delfina Vezzoli è di una donna coraggiosa, precisa, passionale, a fount of knowledge, con un ruolo di primo piano nelle vicende editoriali come nella vita di molti lettori inconsapevoli.

Inutile aggiungere altro.

Vi lascio all’intervista nella certezza che vi appassionerete alle storie di questa donna straordinaria e al suo lavoro, che continuerete a navigare sul web per saperne di più, e che apprezzerete le opere degli autori da lei tradotti come mai prima.




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