martedì 31 gennaio 2017

Attreverso il "Giardino" con Andrea Tarabbia

1. "Il giardino delle mosche", di A. Tarabbia, Ponte alle Grazie, 2015. € 16.80
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2. Premio Selezione Campiello 2016;  Premio Manzoni per il romanzo storico 2016; secondo classificato al Premio Vigevano 2016. Candidato al Premio Asti d’appello 2016. Candidato al Premio Città di Gubbio 2016... E' ancora troppo poco secondo me, per un romanzo che non scende sotto nemmeno di un tono, ma che rimane in vetta, che trascina il lettore nei budelli più bui e marci dell’animo umano. Miseria e follia, pietà e rabbia. Ti costringe a seguirlo fra i flutti dolorosi di una mente malata e tu, lettore, fai di tutto per restare a galla e non bere, per non affogare con il protagonista.
Romanzo storico, noir, giallo, biografia… L'hanno definito in tutti i modi. io, da lettore qualunque, l'ho definito all'americana un TrueCrime. 
Ho conosciuto persone che non erano amanti del genere, che si sono definite molto, anzi anche troppo impressionabili, e che per davvero hanno scontato la lettura de “Il giardino” con un paio di notti insonni, senza dimenticare mai la torcia a portata di mano sul comodino, ma che poi hanno trovato il coraggio di esplorare dell’altra letteratura affine, e solo nella speranza di rivivere le stesse emozioni che Tarabbia ha regalato loro. Un amico lettore ci ha ritrovato una traccia di Poe. Io ho sentito una lontana fragranza di Ellroy, ma anche di King, Thompson (Jim) e Doctorow, ma soprattutto Carrère. Insomma, come ogni grande artista, pur risultando originale, ti sembra di averlo già conosciuto, devi averlo già conosciuto, ma poi capisci che in realtà questa sensazione è l'autore a crearla, perché scrivere per lui è un modo per leggere anche dentro di te.


- Il mio consiglio : iniziate la lettura di giorno.  
- Toni sotto
- Toni sopra: *****
- Un paio di citazioni: a) "La compassione sarà pure un sentimento molto nobile, dottor Kostoev, ma lo è soltanto quando lo si prova, non quando se ne è l'oggetto"; b) "Uccidere non è piacevole [...] La morte pone fine a ogni cosa, compreso il piacere.Uccidere è terribile, ma è inevitabile. [...] Tenere in vita è piacevole: questo è il segreto. Tenere in vita, Stepa, poter decidere della vita e della morte di qualcuno, poter calibrare sulle proprie voglie il suo ritmo biologico, il suo dolore, lo spasimo dei suoi muscoli".


3. Andrea Tarabbia si è dimostrato pronto a discutere della sua opera e tanto a smentire quanto a confermare le mie impressioni di lettore. 




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